Una storia ottocentesca, ma modernissima: una contestazione della donna romantica attraverso l'evidenza prosaica della fatalità piccolo-borghese. È la storia della maturazione di una ragazza di provincia, figlia di un notaio, che riesce a fatica a liberarsi dell'«immensa uggia» che la soffoca per anni, abdicando all'amore, intenso ma inespresso, per un suo giovane pretendente e rassegnandosi, lei «fresca come una rosa», a sposare un quarantenne brutto e incolore. La Colombi, osserva Natalia Ginzburg, presenta «le persone e i fatti senza colorarli di rosa né sollevarli in una sfera nobile» ma in «un modo ruvido, allegro e sbadato» che conquista il lettore. Italo Calvino pubblicò questo romanzo per la prima volta da Einaudi nella collana «Centopagine»
Una storia ottocentesca, ma modernissima: una contestazione della donna romantica attraverso l'evidenza prosaica della fatalità piccolo-borghese. È la storia della maturazione di una ragazza di provincia, figlia di un notaio, che riesce a fatica a liberarsi dell'«immensa uggia» che la soffoca per anni, abdicando all'amore, intenso ma inespresso, per un suo giovane pretendente e rassegnandosi, lei «fresca come una rosa», a sposare un quarantenne brutto e incolore. La Colombi, osserva Natalia Ginzburg, presenta «le persone e i fatti senza colorarli di rosa né sollevarli in una sfera nobile» ma in «un modo ruvido, allegro e sbadato» che conquista il lettore. Italo Calvino pubblicò questo romanzo per la prima volta da Einaudi nella collana «Centopagine»