Per i primi anni della sua lunga carriera, Joseph Mitchell ha raccontato la città notturna e i suoi eroi dimenticati – cassiere di cinema, artisti di freak show, aristocratici gitani. Poi si è spostato sull’acqua, esplorando alla luce del giorno quello che New York stessa non sempre ricorda di essere - un immenso e fascinosissimo porto sull’oceano. Ancora più tardi è arrivato Joe Gould, ed è cominciata un’altra storia. In una specie di sondaggio condotto qualche anno fa, "La tomba di Mr Hunter" è stato giudicato quasi all’unanimità il pezzo migliore mai uscito sul «New Yorker» – che in effetti alla scrittura di Mitchell deve una parte consistente del suo profilo stilistico.
Per i primi anni della sua lunga carriera, Joseph Mitchell ha raccontato la città notturna e i suoi eroi dimenticati – cassiere di cinema, artisti di freak show, aristocratici gitani. Poi si è spostato sull’acqua, esplorando alla luce del giorno quello che New York stessa non sempre ricorda di essere - un immenso e fascinosissimo porto sull’oceano. Ancora più tardi è arrivato Joe Gould, ed è cominciata un’altra storia. In una specie di sondaggio condotto qualche anno fa, "La tomba di Mr Hunter" è stato giudicato quasi all’unanimità il pezzo migliore mai uscito sul «New Yorker» – che in effetti alla scrittura di Mitchell deve una parte consistente del suo profilo stilistico.