“C’era una bambina / che aveva scoperto / di avere una cosa / tra le gambe, / sotto le mutande”: inizia così il primo di questi cinquanta giocosi e stralunati componimenti in versi, ciascuno dei quali intitolato a una “bambinaccia” che fa o è qualcosa di ogni volta diverso, ma che soprattutto pensa e immagina il sesso . In scena, tra le screziature, vediamo emergere i ritratti di una femminilità forte, vitale e complessa, sicura di sé, irriverente alle norme sociali e disinibita. Una rappresentazione inedita, almeno in Italia, dove i discorsi – anche letterari – sull’empowerment delle donne si scontrano con una fortissima resistenza sociale. Attraverso la leggerezza del dettato e la sua qualità letteraria – che rende la lettura facilmente accessibile ed estremamente piacevole –, Raimo e Rossari mettono a segno un’intelligente, felice, provocazione culturale. E scrivono a quattro mani un’opera che mescola il piacere, il desiderio, la malinconia, la curiosità. E così racconta l’amore, ma anche l’incertezza, l’autolesionismo, l’omosessualità, il travestitismo, la promiscuità, perfino i filmini messi in rete a rovinare le ragazze, e anche il metafisico. Tutto fatato e stravolto, ma pure godibile e comico. A fare da contrappunto, una dozzina di immagini in bianco e nero continuano il raffinato, impertinente, gioco letterario.
“C’era una bambina / che aveva scoperto / di avere una cosa / tra le gambe, / sotto le mutande”: inizia così il primo di questi cinquanta giocosi e stralunati componimenti in versi, ciascuno dei quali intitolato a una “bambinaccia” che fa o è qualcosa di ogni volta diverso, ma che soprattutto pensa e immagina il sesso . In scena, tra le screziature, vediamo emergere i ritratti di una femminilità forte, vitale e complessa, sicura di sé, irriverente alle norme sociali e disinibita. Una rappresentazione inedita, almeno in Italia, dove i discorsi – anche letterari – sull’empowerment delle donne si scontrano con una fortissima resistenza sociale. Attraverso la leggerezza del dettato e la sua qualità letteraria – che rende la lettura facilmente accessibile ed estremamente piacevole –, Raimo e Rossari mettono a segno un’intelligente, felice, provocazione culturale. E scrivono a quattro mani un’opera che mescola il piacere, il desiderio, la malinconia, la curiosità. E così racconta l’amore, ma anche l’incertezza, l’autolesionismo, l’omosessualità, il travestitismo, la promiscuità, perfino i filmini messi in rete a rovinare le ragazze, e anche il metafisico. Tutto fatato e stravolto, ma pure godibile e comico. A fare da contrappunto, una dozzina di immagini in bianco e nero continuano il raffinato, impertinente, gioco letterario.