Tutto quello che un traduttore deve sapere per sopravvivere lavorando in casa!
Questo piccolo manuale di sopravvivenza per traduttori vuole affrontare i problemi quotidiani di chi ha scelto questo mestiere, spesso più complessi di quelli creati dal testo in lingua originale. Stiamo parlando di illusi e illuse che hanno deciso di lavorare in casa convinti, così facendo, di poter godere di più flessibilità e tempo libero. Pia illusione, appunto.
Come difendersi dalla vita domestica quando si ha l’ufficio in casa? Come non farsi sopraffare dalla pigrizia, dalla solitudine, dalla tentazione di posticipare e di chiudersi, dai famigliari invadenti, dai bambini piangenti, dai pasti da cucinare, dalla voce suadente del frigorifero che invoca Aprimi, aprimi?
Per essere un bravo traduttore occorre invece soprattutto vivere, uscire, conoscere, sapere. È necessario ricercare e documentarsi in continuazione, perché gli argomenti sono infiniti. Insomma, in equilibrio perenne tra le pentole che ribollono in cucina e l’ora di uscita di scuola dei figli, chi sceglie questo lavoro difficile, oscuro, mal pagato e privo di riconoscimenti ufficiali può approfittarne per farsi una buona cultura generale e metterci, quando il testo lo consente, anche un po’ della propria personalità.
Language
Italian
Pages
96
Format
Paperback
Publisher
Editrice Bibliografica
Release
September 01, 2017
ISBN
8870759660
ISBN 13
9788870759662
Incatenati alla tastiera: Manuale di sopravvivenza per traduttori
Tutto quello che un traduttore deve sapere per sopravvivere lavorando in casa!
Questo piccolo manuale di sopravvivenza per traduttori vuole affrontare i problemi quotidiani di chi ha scelto questo mestiere, spesso più complessi di quelli creati dal testo in lingua originale. Stiamo parlando di illusi e illuse che hanno deciso di lavorare in casa convinti, così facendo, di poter godere di più flessibilità e tempo libero. Pia illusione, appunto.
Come difendersi dalla vita domestica quando si ha l’ufficio in casa? Come non farsi sopraffare dalla pigrizia, dalla solitudine, dalla tentazione di posticipare e di chiudersi, dai famigliari invadenti, dai bambini piangenti, dai pasti da cucinare, dalla voce suadente del frigorifero che invoca Aprimi, aprimi?
Per essere un bravo traduttore occorre invece soprattutto vivere, uscire, conoscere, sapere. È necessario ricercare e documentarsi in continuazione, perché gli argomenti sono infiniti. Insomma, in equilibrio perenne tra le pentole che ribollono in cucina e l’ora di uscita di scuola dei figli, chi sceglie questo lavoro difficile, oscuro, mal pagato e privo di riconoscimenti ufficiali può approfittarne per farsi una buona cultura generale e metterci, quando il testo lo consente, anche un po’ della propria personalità.