Delirio può apparire, più che un romanzo, un poema sconveniente, un impasto di erotismo e furia blasfema. Non si limita a infrangere le buone maniere del discorso amoroso, ma trasgredisce le regole tanto più radicate che codificano i rapporti tra desiderio e età.
Una voce stridula parla qui.
Una voce fantasmagorica, indegna, grottesca.
E' la voce del protagonista, Diego, "rinchiuso, adolescente o vecchio, o pazzo o malato, comunque prigioniero di una istituzione, che delira d'amore per Elvira mentre qualcuno trama nell'ombra per carpirgliela. Diego è maestro negli intrighi più loschi e le sue spaventevoli cattiverie accendono il grande circo della sua farneticazione sessuale..."
E' la stessa autrice, 33 anni, bella, inquieta, 2 figli, di professione sceneggiatrice, a parlare così del suo libro. La prima parte è il delirio di una segregazione, la seconda il delirio di una fuga di un uomo capace di ogni miseria pur di negare la vecchiaia e la morte.
Una storia diversa, scandalosa, sconveniente fino al disagio, un libro che, forse meglio di un saggio sulla psicologia dell'età senile, dà il senso della solitudine, della disperazione degli anziani.
Finalmente un romanzo che stravolge il modo crepuscolare e ipocrita di raccontare la terza età e afferma che la vita è vita fino all'ultimo, che i sensi hanno diritto di essere riconosciuti, vivi e vitali, senza limiti anagrafici.
Delirio può apparire, più che un romanzo, un poema sconveniente, un impasto di erotismo e furia blasfema. Non si limita a infrangere le buone maniere del discorso amoroso, ma trasgredisce le regole tanto più radicate che codificano i rapporti tra desiderio e età.
Una voce stridula parla qui.
Una voce fantasmagorica, indegna, grottesca.
E' la voce del protagonista, Diego, "rinchiuso, adolescente o vecchio, o pazzo o malato, comunque prigioniero di una istituzione, che delira d'amore per Elvira mentre qualcuno trama nell'ombra per carpirgliela. Diego è maestro negli intrighi più loschi e le sue spaventevoli cattiverie accendono il grande circo della sua farneticazione sessuale..."
E' la stessa autrice, 33 anni, bella, inquieta, 2 figli, di professione sceneggiatrice, a parlare così del suo libro. La prima parte è il delirio di una segregazione, la seconda il delirio di una fuga di un uomo capace di ogni miseria pur di negare la vecchiaia e la morte.
Una storia diversa, scandalosa, sconveniente fino al disagio, un libro che, forse meglio di un saggio sulla psicologia dell'età senile, dà il senso della solitudine, della disperazione degli anziani.
Finalmente un romanzo che stravolge il modo crepuscolare e ipocrita di raccontare la terza età e afferma che la vita è vita fino all'ultimo, che i sensi hanno diritto di essere riconosciuti, vivi e vitali, senza limiti anagrafici.