Scritto nel 1902, è questo il secondo romanzo di Pirandello. Protagonista dell'intera vicenda è, in fondo, il disegno bizzarro e imprevedibile del caso, che pare divertirsi a scompaginare dispettosamente i complicatissimi piani architettati da Marcantonio Ravì per la felicità della figlia Stellina. Come in gran parte della sua narrativa, quella che Pirandello si accinge qui a indagare con particolare ironia, è una realtà profondamente inconoscibile, che sfugge a ogni pretesa di deterministica previsione e delude ogni attesa: l'uomo si muove con passo incerto in questo labirinto e intravedendo, con sgomento, nella propria coscienza un'altrettanto fitta oscurità, scopre tutta l'inconsistenza della propria povera, dispersa identità.
Scritto nel 1902, è questo il secondo romanzo di Pirandello. Protagonista dell'intera vicenda è, in fondo, il disegno bizzarro e imprevedibile del caso, che pare divertirsi a scompaginare dispettosamente i complicatissimi piani architettati da Marcantonio Ravì per la felicità della figlia Stellina. Come in gran parte della sua narrativa, quella che Pirandello si accinge qui a indagare con particolare ironia, è una realtà profondamente inconoscibile, che sfugge a ogni pretesa di deterministica previsione e delude ogni attesa: l'uomo si muove con passo incerto in questo labirinto e intravedendo, con sgomento, nella propria coscienza un'altrettanto fitta oscurità, scopre tutta l'inconsistenza della propria povera, dispersa identità.