Una memoria e una storia - una storia costruita su memorie - di una famiglia triestina di sloveni trapiantati a Palermo dalla fine dell'Ottocento, e qui inventori e titolari di una bottega antiquaria diventata un'istituzione. I Daneu ebbe una prima uscita, nel 1981, con altro editore e con un'appendice che in questa nuova edizione la Lavagnino ha ampliato in un capitolo autonomo. Lo apriva una prefazione di Leonardo Sciascia, qui riproposta come Nota al volume. Nella prosa sicura ed elegante della scrittrice di Una granita di caffè con panna e, più tardi, delle Bibliotecarie di Alessandria, Sciascia leggeva, e apprezzava, una cronaca - di persone, di luoghi, di atmosfere, di una città scomparsa : la Palermo belle époque - di quelle che gli erano affini. E gli piacque anche perché «l'ultima dei Daneu» egli aveva frequentato: «La signora Daneu aveva discrezione e ironia. E così penso abbia scritto le memorie della sua famiglia e della sua vita: con tanta discrezione e ironia che, di fatto, non le ha scritte; lasciando materia a che altri le scrivesse. Le ha scritte Alessandra Lavagnino: e direi con una naturalezza, una sicurezza, una scioltezza che sembrano venire da una specie di processo di identificazione. È la scrittura di una scrittrice: ma mi pare di ritrovarvi, narrante, la voce della signora Daneu. Una storia familiare si è così dilatata nella storia, è diventato ciclico racconto di un'avventura che corre dall'epoca napoleonica alla nostra, dai confini dell'impero absburgico ai luoghi dove il cedro fiorisce, da un'osteria di Opčina a un negozio di antiquariato in un palazzo di corso Vittorio Emanuele, a Palermo».
Una memoria e una storia - una storia costruita su memorie - di una famiglia triestina di sloveni trapiantati a Palermo dalla fine dell'Ottocento, e qui inventori e titolari di una bottega antiquaria diventata un'istituzione. I Daneu ebbe una prima uscita, nel 1981, con altro editore e con un'appendice che in questa nuova edizione la Lavagnino ha ampliato in un capitolo autonomo. Lo apriva una prefazione di Leonardo Sciascia, qui riproposta come Nota al volume. Nella prosa sicura ed elegante della scrittrice di Una granita di caffè con panna e, più tardi, delle Bibliotecarie di Alessandria, Sciascia leggeva, e apprezzava, una cronaca - di persone, di luoghi, di atmosfere, di una città scomparsa : la Palermo belle époque - di quelle che gli erano affini. E gli piacque anche perché «l'ultima dei Daneu» egli aveva frequentato: «La signora Daneu aveva discrezione e ironia. E così penso abbia scritto le memorie della sua famiglia e della sua vita: con tanta discrezione e ironia che, di fatto, non le ha scritte; lasciando materia a che altri le scrivesse. Le ha scritte Alessandra Lavagnino: e direi con una naturalezza, una sicurezza, una scioltezza che sembrano venire da una specie di processo di identificazione. È la scrittura di una scrittrice: ma mi pare di ritrovarvi, narrante, la voce della signora Daneu. Una storia familiare si è così dilatata nella storia, è diventato ciclico racconto di un'avventura che corre dall'epoca napoleonica alla nostra, dai confini dell'impero absburgico ai luoghi dove il cedro fiorisce, da un'osteria di Opčina a un negozio di antiquariato in un palazzo di corso Vittorio Emanuele, a Palermo».