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Guido De Giorgio

4.2/5 ( ratings)
Guido Lupo Maria De Giorgio, pseudonimo "Havismat" , è stato un esoterista e scrittore italiano.

Laureatosi in filosofia, si trasferì in Tunisia dove lavorò come insegnante di italiano. Qui entrò in contatto con l'esoterismo islamico mediante una confraternita locale. Trasferitosi a Parigi dopo la prima guerra mondiale, conobbe René Guénon e ne divenne amico, collaborò con lui scrivendo articoli sulle due maggiori riviste esoteriche francesi dell'epoca, Le Voile d'Isis e L'initiation.

Tornato in Italia negli anni venti, fece parte del Gruppo di Ur scrivendo sull'omonima rivista con lo pseudonimo di Havismat, e poi nel 1930 animatore insieme a Julius Evola della rivista La Torre nella quale arrivò a teorizzare una sorta di "Fascismo Sacro", condurrà gli ultimi anni della sua vita da asceta in una vecchia canonica tra le montagne piemontesi, nei pressi di Mondovì. È per questo chiamato L’iniziato selvaggio[1]. Conobbe Padre Pio. L’incontro è raccontato in Ciò che mormora il vento del Gargano.[2]

Ne La Tradizione romana , De Giorgio accusa l'Europa contemporanea di essere divenuta scientista e di soffocare la ricerca spirituale dell'uomo. La soluzione secondo De Giorgio sta nel tornare ad una autentica concezione dell'autorità spirituale e di quella temporale. Quest'opera, il cui titolo originale è L'emblema fulgurale della potenza. Introduzione alla dottrina del Sacro Fascismo Romano, fu offerta in forma di dattiloscritto a Benito Mussolini nel Natale del 1939.

In Dio e il Poeta De Giorgio riversa l'esperienza mistica derivata dalla sua pratica ascetica.

Nessuna sua opera fu pubblicata mentre era in vita; ne rimarrebbero ancora d'inedite.

Padre della medaglia d'oro Havis de Giorgio

Guido De Giorgio

4.2/5 ( ratings)
Guido Lupo Maria De Giorgio, pseudonimo "Havismat" , è stato un esoterista e scrittore italiano.

Laureatosi in filosofia, si trasferì in Tunisia dove lavorò come insegnante di italiano. Qui entrò in contatto con l'esoterismo islamico mediante una confraternita locale. Trasferitosi a Parigi dopo la prima guerra mondiale, conobbe René Guénon e ne divenne amico, collaborò con lui scrivendo articoli sulle due maggiori riviste esoteriche francesi dell'epoca, Le Voile d'Isis e L'initiation.

Tornato in Italia negli anni venti, fece parte del Gruppo di Ur scrivendo sull'omonima rivista con lo pseudonimo di Havismat, e poi nel 1930 animatore insieme a Julius Evola della rivista La Torre nella quale arrivò a teorizzare una sorta di "Fascismo Sacro", condurrà gli ultimi anni della sua vita da asceta in una vecchia canonica tra le montagne piemontesi, nei pressi di Mondovì. È per questo chiamato L’iniziato selvaggio[1]. Conobbe Padre Pio. L’incontro è raccontato in Ciò che mormora il vento del Gargano.[2]

Ne La Tradizione romana , De Giorgio accusa l'Europa contemporanea di essere divenuta scientista e di soffocare la ricerca spirituale dell'uomo. La soluzione secondo De Giorgio sta nel tornare ad una autentica concezione dell'autorità spirituale e di quella temporale. Quest'opera, il cui titolo originale è L'emblema fulgurale della potenza. Introduzione alla dottrina del Sacro Fascismo Romano, fu offerta in forma di dattiloscritto a Benito Mussolini nel Natale del 1939.

In Dio e il Poeta De Giorgio riversa l'esperienza mistica derivata dalla sua pratica ascetica.

Nessuna sua opera fu pubblicata mentre era in vita; ne rimarrebbero ancora d'inedite.

Padre della medaglia d'oro Havis de Giorgio

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