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Davvero ben articolato e scorrevole, impresa non facile, a mio avviso, quando si cerca di mettere insieme frammenti della propria vita e di quella della propria famiglia a cavallo tra due Paesi tanto diversi. Uno di quei libri che aprono gli occhi sia su luoghi lontani sia su quello che non vediamo a un passo da noi. Trovo davvero stupenda l'idea dell'autrice di raccontare la propria storia facendo un parallelismo tra i luoghi di Roma e quelli della Somalia in cui ha vissuto la sua famiglia.
Conosco Igiaba Scego per i suoi interventi su Internazionale, mi piace leggerne le recensioni sui libri per ragazzi. Non che ne acquisti molti, ma nelle sue parole c’è sempre un ché di poetico da far venir voglia di sfogliarli. L’ho ascoltata un paio di volte per radio, poi mi è capitato di incontrarla e di perdermi tra i suoi discorsi. Passare dall’entusiasmo per La famiglia Karnowsky alla situazione in Somalia è un attimo; non so come, ci ritroviamo a parlare della comune fascinazione per la l...
Rileggendo l'incipit mi accorgo che il libro era già lì, nelle prime righe. Dove il dolore, la morte, la sofferenza sono presentate come parte integrante dell'esistenza.Fra i ricordi diretti e indiretti di una patria lontana e forse scomparsa nel sangue e le peripezie di un presente che non prometteva futuro. Dalla vecchia Stazione Termini puzzolente di piscio alle distibuzioni quasi notturne dei pacchi della Caritas in Trastevere, insieme a bellissime e nonostante tutto ancora aristocratiche do...
Igiaba per lungo tempo ha sentito parlare della sua terra, la Somalia, solo attraverso le fiabe della madre e i racconti nostalgici dei fratelli, che ricordavano i fasti passati. Lei della sua infanzia romana ricorda bene invece gli insulti dei compagni di classe per il colore della sua pelle e le incursioni a Trastevere con la madre, nel cuore della notte, per avere un po' di pasta e qualche vestito dalle associazioni del quartiere. Ora è diventata la voce ironica e intensa della seconda genera...
Bello, bello, bello, bello. Ho avuto un nodo alla gola per tutto il tempo. Bello, bello, bello... quanto altre volte posso dirlo?RTC
Mi sono innamorata della scrittura di Igiaba e delle sue mille storie. Non vedo l’ora di leggere altro scritto da lei!
one of the best books i've read in a long time and nice thing was it was for coursework! many birds, one brilliantly-written, emotive stone :)
"Ainda hoje não sei se entendi direito aquelas palavras. Meu rosto se transformou num ponto de interrogação suspenso no vazio. É a minha cidade? Ou não é? Eu estava numa encruzilhada. [...] Sou uma encruzilhada, eu acho. Uma ponte, uma equilibrista, alguém que está sempre no limiar e nunca está. No fim, sou somente a minha história. Sou eu e os meus pés. Sim, os meus pés..." [Capítulo 1, p. 27-29]"Gostaria de correr. Brincar com outros filhotes. Ter uma mãe. Fundir-se à savana. Mas a savana está...
Igiaba è di una simpatia inarrestabile, ed è un piacere sentirla parlare e leggere ciò che scrive.Qui parte da un gioco fatto col fratello "inglese" e il cugino "finlandese" per ricostruire la mappa della loro Mogadiscio (o quello che ne ricordano, soprattutto lei, che ci ha vissuto pochissimo; e comunque la città che loro ricordano non esiste più) e finisce per creare una mappa tutta sua dei luoghi del cuore, quelli che costituiscono la sua casa, e che uniscono ai pochi luoghi di Mogadiscio che...
***3 stelle e mezzo***Se doveste disegnare la vostra città, da cosa iniziereste? Quale aspetto avrebbe?La mia avrebbe la Mole, la Villa della Regina, la via centrale di Noto, il Convento do Carmo... E chissà, non ci ho pensato abbastanza.La mia casa è dove sono racconta il disegno dell'autrice e porta il lettore a Roma e attraverso Roma in Somalia: sono pagine fatte di storia, con la S maiuscola in alcuni casi, e di vita.Leggere diventa davvero viaggiare: si raggiungono i luoghi simbolo dell’inf...
Che libro ho letto?! Fantastico! Dopo un mese di letture fiction molto deludenti, la non fiction sta acquistando sempre più punti.La storia di Igiaba è poco narrata nel nostro Paese, ma la sua (e quella di tanti somali) è legata a noi in un modo che non pensiamo nemmeno. Se pensiamo che il razzismo è una cosa recente, il libro di Igiaba ci fa capire che il razzismo e l'ignoranza ci sono sempre stati. E nemmeno troppo nascosti.Non posso fare altro che consigliarvi questo libro.
clarification: read it in slovenian translation, not in italian, but couldn't find the slovenian version on goodreads
4,5*
Sono contenta di aver iniziato il 2021 con questo libro, che in realtà è una rilettura: lo lessi anni fa per scuola, ma al tempo non compresi in tutto e per tutto ciò che l’autrice vuole comunicare con i suoi racconti; perciò, a parer mio non è una lettura adatta a tutti. Eppure, mi sento di consigliarlo veramente tanto perché l’autrice mette in contrapposizione la realtà italiana, nella sua Roma, alla realtà somala, nella sua Mogadiscio; ed è interessante, oltre che molto utile, conoscere la st...
Sabia que seria difícil não gostar desse livro porque ele comporta muito do que me interessa: memórias, pós-colonialismo, identidade e raça. Ainda por cima se passa na Itália. Gostei bastante, embora a forma em si e a escrita da Igiaba não tenham me tocado particularmente. Foi muito mais os temas e a história de vida dela que me comoveram e não tanto, de forma paralela, uma apreciação estética. Inclusive acho que tem algo na estrutura dele que peca, apesar de eu gostar de como ela abre os capítu...
Confesso aqui, com esse livro, minha completa ignorância da história da Somália. História essa, que se mistura com a história da Itália.Por muito tempo Igiaba ouviu falar de sua pátria, a Somália, apenas através dos contos de sua mãe e dos contos nostálgicos de seus irmãos, que relembraram as glórias do passado. Desde a infância romana, porém, ela se lembra bem dos insultos dos colegas de classe pela cor de sua pele e das incursões a Trastevere com a mãe, no meio da noite, para buscar um pouco d...
"La sua storia mi ha sempre fatto pensare alla memoria di noi donne. Anch'essa bruciata, silenziata, traviata,, Nonostante gli errori commessi sulla nostra pelle noi donne abbiamo avuto la forza di superare l'infame tradizione del silenzio. La nostra è il codice del nostro cuore che batte. Sulla mia mappa segno una collana di cuori." " L'esule è una creatura a metà. Le radici sono state strappate, la vita è stata mutilata, la speranza è stata sventrata, il principio è stato separato, l'identità,...
Ascoltato in audiolibro ma col senno di poi avrei preferito leggerlo. Non solo perché la lettrice, a mio parere, ha narrato la storia di Igiaba Scego in modo finto, troppo caricato. Ma soprattutto perché credo che tramite le pagine mi sarei attaccato ancora di più alla storia, alle molteplici storie raccontate in La mia casa è dove sono.Amore, dolore, ingiustizie, rivincite, legami familiari, politica, guerra, orgoglio, senso di appartenenza. L'autrice riesce a disegnare un quadro con tutti ques...
In questo viaggio nella storia della sua famiglia e alla ricerca delle sue radici, Igiaba Scego racconta gli effetti del colonialismo italiano dal punto di vista di chi l'ha vissuto. Una realtà dimenticata, forse volutamente, che ogni italiano dovrebbe conoscere. In più Scego indaga sul concetto di radici. A quale luogo apparteniamo davvero? Quello delle nostre origini o il luogo/paese che ci ha accolto? E come mantenere vivo il legame con chi eravamo? Una voce femminile indispensabile nel panor...
Igiaba Scego è una scrittrice italiana con origini somale che collabora da tempo con Internazionale. In “La mia casa è dove sono”, l’autrice cerca di ricostruire, partendo dai propri ricordi di quando era bambina, Mogadiscio: la città in cui trascorreva le vacanze. Contemporaneamente poi ricollega questi luoghi a scorci di Roma, la città in cui è nata e sempre vissuta. Un libro da leggere per ascoltare la voce delle seconde generazioni, troppo spesso dimenticata.