Era il 1995. Con pusher e navi, sul Danubio si tentava ancora di violare l’embargo contro l’ex Iugoslavia in guerra.
Gli unici controlli erano fatti dai Baschi Blu della UEO. Ed Ernesto Beretti era uno di loro. E, come racconta, non sapeva niente della guerra nei Balcani, al pari di altri suoi commilitoni.
La base della Missione era a Calafat, a sud-ovest della Romania appena uscita dalla dittatura di Ceausescu.
Lì si viveva a ritmi slabbrati come elastici di vecchie mutande.
Se Calafat fosse stato un pugile,sarebbe stato stretto alle corde del suo avversario ; sarebbe finito al tappeto malamente; e l’arbitro non avrebbe iniziato la conta. Solo i secondi al suo angolo avrebbero potuto salvarlo, gettando la spugna.
Calafat era destinato a vivere una vita senza vittorie.
Come Dana, Adrian, Florin, Agatha, Magda e Whiter: vite senza vittorie,le cui figure sono ben tratteggiate dalla Pena dell’autore, che ben s’immerge, con grande forza e resa emotiva nella situazione del tempo, così anche raccontando la vita, il lavoro, i rischi dei soldati in missione all’estero, lontano da casa.
Lo fa a tutti noi, che non sappiamo niente.
Era il 1995. Con pusher e navi, sul Danubio si tentava ancora di violare l’embargo contro l’ex Iugoslavia in guerra.
Gli unici controlli erano fatti dai Baschi Blu della UEO. Ed Ernesto Beretti era uno di loro. E, come racconta, non sapeva niente della guerra nei Balcani, al pari di altri suoi commilitoni.
La base della Missione era a Calafat, a sud-ovest della Romania appena uscita dalla dittatura di Ceausescu.
Lì si viveva a ritmi slabbrati come elastici di vecchie mutande.
Se Calafat fosse stato un pugile,sarebbe stato stretto alle corde del suo avversario ; sarebbe finito al tappeto malamente; e l’arbitro non avrebbe iniziato la conta. Solo i secondi al suo angolo avrebbero potuto salvarlo, gettando la spugna.
Calafat era destinato a vivere una vita senza vittorie.
Come Dana, Adrian, Florin, Agatha, Magda e Whiter: vite senza vittorie,le cui figure sono ben tratteggiate dalla Pena dell’autore, che ben s’immerge, con grande forza e resa emotiva nella situazione del tempo, così anche raccontando la vita, il lavoro, i rischi dei soldati in missione all’estero, lontano da casa.
Lo fa a tutti noi, che non sappiamo niente.