La storia di Ettore Modigliani, il direttore della Pinacoteca di Brera che caricò più di 900 capolavori dell’arte italiana su un piroscafo per portarli con un avventuroso viaggio alla grande mostra di Londra del 1930. E che fu in seguito allontanato dal regime e costretto al confino, per il suo antifascismo e per le sue origini ebraiche.
La storia di Fernanda Wittgens, la sua fedele assistente, che subentrò a Modigliani nel 1940 come direttrice di Brera, prima donna in Italia al vertice di un grande museo. E che salvò i capolavori d’arte da bombardamenti e razzie, venne poi incarcerata dai fascisti per aver aiutato famiglie ebree milanesi ad espatriare, guidò infine la grande opera di ricostruzione di Brera nel dopoguerra.
Nel graphic novel di Paolo Bacilieri la tutela del patrimonio artistico diventa uno straordinario romanzo d’amore e d’avventura. Sullo sfondo di Milano, della grande Storia e dell’orrore della guerra, le vite di Ettore e Fernanda: due persone votate all’Arte come “forma di difesa dell’umano” e “strumento di educazione del popolo”.
La storia di Ettore Modigliani, il direttore della Pinacoteca di Brera che caricò più di 900 capolavori dell’arte italiana su un piroscafo per portarli con un avventuroso viaggio alla grande mostra di Londra del 1930. E che fu in seguito allontanato dal regime e costretto al confino, per il suo antifascismo e per le sue origini ebraiche.
La storia di Fernanda Wittgens, la sua fedele assistente, che subentrò a Modigliani nel 1940 come direttrice di Brera, prima donna in Italia al vertice di un grande museo. E che salvò i capolavori d’arte da bombardamenti e razzie, venne poi incarcerata dai fascisti per aver aiutato famiglie ebree milanesi ad espatriare, guidò infine la grande opera di ricostruzione di Brera nel dopoguerra.
Nel graphic novel di Paolo Bacilieri la tutela del patrimonio artistico diventa uno straordinario romanzo d’amore e d’avventura. Sullo sfondo di Milano, della grande Storia e dell’orrore della guerra, le vite di Ettore e Fernanda: due persone votate all’Arte come “forma di difesa dell’umano” e “strumento di educazione del popolo”.