Una domanda e un binomio che vanno al cuore del nostro tempo e delle sue lacerazioni. Se già il tema fu occasione, nel 1953-54, di una polemica tra Hannah Arendt e il sociologo Jules Monnerot, e nel 1973 spinse Leszek Kolakowski a parlare di una "rivincita del sacro" nella società secolarizzata, diventa oggi, sotto la pressione crescente degli eventi - dalle escatologie di massa alla spiritualità new age al fondamentalismo sanguinario - una questione ineludibile. Antropologi , filosofi , sociologi ed economisti ne affrontano qui gli interrogativi essenziali, nella consapevolezza che della religione e del religioso non esistono definizioni condivise, neppure all'interno delle diverse discipline che li indagano; anzi, secondo alcuni la crisi delle grandi religioni rivelate e la disseminazione del fenomeno religioso avrebbero contribuito a sfocare ulteriormente un ambito dal profilo già disputato.
Una domanda e un binomio che vanno al cuore del nostro tempo e delle sue lacerazioni. Se già il tema fu occasione, nel 1953-54, di una polemica tra Hannah Arendt e il sociologo Jules Monnerot, e nel 1973 spinse Leszek Kolakowski a parlare di una "rivincita del sacro" nella società secolarizzata, diventa oggi, sotto la pressione crescente degli eventi - dalle escatologie di massa alla spiritualità new age al fondamentalismo sanguinario - una questione ineludibile. Antropologi , filosofi , sociologi ed economisti ne affrontano qui gli interrogativi essenziali, nella consapevolezza che della religione e del religioso non esistono definizioni condivise, neppure all'interno delle diverse discipline che li indagano; anzi, secondo alcuni la crisi delle grandi religioni rivelate e la disseminazione del fenomeno religioso avrebbero contribuito a sfocare ulteriormente un ambito dal profilo già disputato.