Dopo avere passato in rassegna lo sviluppo della «cittadinanza» e le molte facce di questo concetto , l’A. argomenta la sua convinzione che una idea generalizzata ed estesa di «cittadinanza» – anche più, e meglio, di quella inevitabilmente astratta di «giustizia» – possa costituire il fulcro di un nuovo paradigma filosofico-politico: proprio quello di cui le società contemporanee hanno bisogno. Anche perché siamo sì divenuti cittadini nella sfera pubblica dello Stato, ma siamo rimasti sudditi a fronte dei poteri – sia pubblici che privati – che governano le nostre vite nella società civile . A tal fine l’A. suggerisce di riconsiderare quella qualificazione soggettiva che siamo soliti chiamare «cittadinanza» come un fascio di funzioni: non solo il cittadino-elettore nella sfera stricto sensu politica, ma anche il cittadino-produttore, il cittadino riproduttore ed educatore, il cittadino-consumatore, il cittadino-risparmiatore, il cittadino-contribuente, il cittadino-utente, il cittadino-residente, e così via. Ferma restando la democrazia politica, per ognuna di queste funzioni è possibile, nonché necessario, trovare nuove forme di democrazia rappresentativa che restituiscano al cittadino i poteri e la «voce» di cui pare al momento spogliato.Sergio Caruso è ordinario nell’Università di Firenze , dove insegna Filosofia politica e Filosofia delle scienze sociali nella Scuola di Scienze Politiche “Cesare Alfieri”. Fra i suoi libri: La miglior legge del Regno. Consuetudine, diritto naturale e contratto nel pensiero e nell’epoca di John Selden ; Homo oeconomicus. Paradigma, critiche, revisioni . Come psicologo-psicoterapeuta e psicoanalista , ha insegnato in passato, nell’Università di Firenze, anche Psicologia sociale e Psicologia della comunicazione, spesso occupandosi – su varie riviste nazionali e internazionali – del contributo della psicoanalisi alle scienze politiche.
Dopo avere passato in rassegna lo sviluppo della «cittadinanza» e le molte facce di questo concetto , l’A. argomenta la sua convinzione che una idea generalizzata ed estesa di «cittadinanza» – anche più, e meglio, di quella inevitabilmente astratta di «giustizia» – possa costituire il fulcro di un nuovo paradigma filosofico-politico: proprio quello di cui le società contemporanee hanno bisogno. Anche perché siamo sì divenuti cittadini nella sfera pubblica dello Stato, ma siamo rimasti sudditi a fronte dei poteri – sia pubblici che privati – che governano le nostre vite nella società civile . A tal fine l’A. suggerisce di riconsiderare quella qualificazione soggettiva che siamo soliti chiamare «cittadinanza» come un fascio di funzioni: non solo il cittadino-elettore nella sfera stricto sensu politica, ma anche il cittadino-produttore, il cittadino riproduttore ed educatore, il cittadino-consumatore, il cittadino-risparmiatore, il cittadino-contribuente, il cittadino-utente, il cittadino-residente, e così via. Ferma restando la democrazia politica, per ognuna di queste funzioni è possibile, nonché necessario, trovare nuove forme di democrazia rappresentativa che restituiscano al cittadino i poteri e la «voce» di cui pare al momento spogliato.Sergio Caruso è ordinario nell’Università di Firenze , dove insegna Filosofia politica e Filosofia delle scienze sociali nella Scuola di Scienze Politiche “Cesare Alfieri”. Fra i suoi libri: La miglior legge del Regno. Consuetudine, diritto naturale e contratto nel pensiero e nell’epoca di John Selden ; Homo oeconomicus. Paradigma, critiche, revisioni . Come psicologo-psicoterapeuta e psicoanalista , ha insegnato in passato, nell’Università di Firenze, anche Psicologia sociale e Psicologia della comunicazione, spesso occupandosi – su varie riviste nazionali e internazionali – del contributo della psicoanalisi alle scienze politiche.