La realtà con cui De Marchi si misura nel "Demetrio Pianelli" è quella della Milano fine Ottocento, una città tumultuosa e fervida, già percorsa dalla febbre della speculazione e degli affari. Egli la ritrae nella quotidianità dimessa e faticosa della vita piccolo-borghese, dove più acuti si soffrono i contrasti tra le esigenze autonome dei sentimenti e le costrizioni frustranti della routine di lavoro. Il protagonista è un modesto impiegato del registro,cresciuto al senso dell'onestà e del dovere. Soccorrendo con puntigliosa dedizione la famiglia del fratello suicida, egli riscopre l'intensità di un'energia vitale lungamente repressa e ignorata, aprendosi infine all'esperienza sconvolgente dell'amore e della rinuncia.
La realtà con cui De Marchi si misura nel "Demetrio Pianelli" è quella della Milano fine Ottocento, una città tumultuosa e fervida, già percorsa dalla febbre della speculazione e degli affari. Egli la ritrae nella quotidianità dimessa e faticosa della vita piccolo-borghese, dove più acuti si soffrono i contrasti tra le esigenze autonome dei sentimenti e le costrizioni frustranti della routine di lavoro. Il protagonista è un modesto impiegato del registro,cresciuto al senso dell'onestà e del dovere. Soccorrendo con puntigliosa dedizione la famiglia del fratello suicida, egli riscopre l'intensità di un'energia vitale lungamente repressa e ignorata, aprendosi infine all'esperienza sconvolgente dell'amore e della rinuncia.