Questa antologia di 19 racconti, dimostra non solo che gli italiani sanno scrivere horror, ma addirittura di un genere diverso rispetto alla tradizione letteraria classica. Non più, dunque, secondo i canoni del gotico e del romanticismo che si ispirano alla visione storica e religiosa dominante , ma in base a coordinate nuove che si rifanno alla lezione di H.P. Lovecraft e al nostro background culturale.
Quindi, da un lato la ricerca di un orrore Cosmico, la presenza di divinità aliene, l’uomo “trastullo degli dèi”, gli abissi ulteriori che hanno riscontro negli abissi interiori; dall’altro il tentativo di recuperare elementi dimenticati ma non per questo inesistenti della nostra religiosità arcaica, delle credenze popolari, del folklore, deista leggenda, del mito.
Il risultato è del tutto inedito e sorprendente: la lezione del Maestro di Providence è compresa, assimilata, reinventata e trapiantata nel nostro ambiente, nella nostra cultura. Ecco dunque Torino e Forlì, Trieste e Perugia, Genova e Messina, la Sardegna e la Toscana, far da sfondo a mostruose irruzioni dell’Altrove Assoluto , al risveglio di antichissimi esseri, a culti innominabili di cui sono diretti protagonisti o ignari spettatori medici e poliziotti, giornalisti e professori universitari, turisti e albergatori.
Una serie di storie appassionanti, sconvolgenti, indimenticabili, che riveleranno al lettore un aspetto fino ad ora inedito della narrativa non-mimetica italiana: che esistono anche nel nostro paese gli “Eredi di Cthulhu”. Vale a dire i personalissimi continuatori di un genere di narrativa horror il cui punto di riferimento è costituito da una alienità totale simboleggiata appunto dalla mostruosa divinità equorea di H.P. Lovecraft.
Questa antologia di 19 racconti, dimostra non solo che gli italiani sanno scrivere horror, ma addirittura di un genere diverso rispetto alla tradizione letteraria classica. Non più, dunque, secondo i canoni del gotico e del romanticismo che si ispirano alla visione storica e religiosa dominante , ma in base a coordinate nuove che si rifanno alla lezione di H.P. Lovecraft e al nostro background culturale.
Quindi, da un lato la ricerca di un orrore Cosmico, la presenza di divinità aliene, l’uomo “trastullo degli dèi”, gli abissi ulteriori che hanno riscontro negli abissi interiori; dall’altro il tentativo di recuperare elementi dimenticati ma non per questo inesistenti della nostra religiosità arcaica, delle credenze popolari, del folklore, deista leggenda, del mito.
Il risultato è del tutto inedito e sorprendente: la lezione del Maestro di Providence è compresa, assimilata, reinventata e trapiantata nel nostro ambiente, nella nostra cultura. Ecco dunque Torino e Forlì, Trieste e Perugia, Genova e Messina, la Sardegna e la Toscana, far da sfondo a mostruose irruzioni dell’Altrove Assoluto , al risveglio di antichissimi esseri, a culti innominabili di cui sono diretti protagonisti o ignari spettatori medici e poliziotti, giornalisti e professori universitari, turisti e albergatori.
Una serie di storie appassionanti, sconvolgenti, indimenticabili, che riveleranno al lettore un aspetto fino ad ora inedito della narrativa non-mimetica italiana: che esistono anche nel nostro paese gli “Eredi di Cthulhu”. Vale a dire i personalissimi continuatori di un genere di narrativa horror il cui punto di riferimento è costituito da una alienità totale simboleggiata appunto dalla mostruosa divinità equorea di H.P. Lovecraft.