Nel cinquantennio che corre dal 1870 al 1920, in una non accidentale concomitanza con la modernizzazione del paese, il mondo dell'editoria italiana è investito da una galassia di racconti, romanzi, memorie, testimonianze, epistolari letterari, confessioni e articoli, scritti da donne. Vanno a occupare una zona della letteratura che semplicisticamente si chiamerebbe sentimentale e di consumo - e che severamente Croce, avvedendosi però della novità, definiva «pulviscolo di romanzatrici». Ma è un evento di innegabile forza significativa: come se, d'improvviso, decenni e forse secoli di chiusi cassetti colmi di messaggi e di sospiri, di diari e sogni di fanciulle, di slanci pietosi e ardori di sacrificio di sé, di audacie immaginate e desideri repressi di rivolta, si fossero svuotati davanti agli occhi curiosi dei lettori. A giudicare dalla prospettiva dell'oggi, queste «voci di lei» accompagnano tutte le tensioni e i movimenti dell'Italia che comincia ad entrare nel suo tempo - dal suffragismo all'industrialismo, dal moralismo al razzismo, dall'umanitarismo al sindacalismo - ma come il controcanto, ancora insicuro, a volte vergognoso, della domanda di felicità. Quasi tutte le «romanzatrici» presto finirono dimenticate. E, tranne che per un paio, questa antologia ha preferito ritrarre quella stagione traendo gli esempi da queste ultime.
Nel cinquantennio che corre dal 1870 al 1920, in una non accidentale concomitanza con la modernizzazione del paese, il mondo dell'editoria italiana è investito da una galassia di racconti, romanzi, memorie, testimonianze, epistolari letterari, confessioni e articoli, scritti da donne. Vanno a occupare una zona della letteratura che semplicisticamente si chiamerebbe sentimentale e di consumo - e che severamente Croce, avvedendosi però della novità, definiva «pulviscolo di romanzatrici». Ma è un evento di innegabile forza significativa: come se, d'improvviso, decenni e forse secoli di chiusi cassetti colmi di messaggi e di sospiri, di diari e sogni di fanciulle, di slanci pietosi e ardori di sacrificio di sé, di audacie immaginate e desideri repressi di rivolta, si fossero svuotati davanti agli occhi curiosi dei lettori. A giudicare dalla prospettiva dell'oggi, queste «voci di lei» accompagnano tutte le tensioni e i movimenti dell'Italia che comincia ad entrare nel suo tempo - dal suffragismo all'industrialismo, dal moralismo al razzismo, dall'umanitarismo al sindacalismo - ma come il controcanto, ancora insicuro, a volte vergognoso, della domanda di felicità. Quasi tutte le «romanzatrici» presto finirono dimenticate. E, tranne che per un paio, questa antologia ha preferito ritrarre quella stagione traendo gli esempi da queste ultime.