Per capire una letteratura non basta saper leggere, bisogna pure saper contare. La storia e la geografia di una civiltà letteraria vanno studiate, oltreché con criteri qualitativi, con criteri quantitativi: restituendo testi e contesti all'eloquenza delle cifre oltreché delle parole.
Non si sorprenda dunque il lettore se l'opera che ha in mano contiene - com'è naturale in un atlante - una successione di proiezioni cartografiche, ma anche una varietà di rappresentazioni infografiche , quale ci si attenderebbe da un trattato di economia o di sociologia piú prevedibilmente che da una storia della letteratura. È per questa strada che, percorrendo con metodo l'investigazione dei grandi numeri del fatto letterario, l'Atlante intende offrire una rappresentazione nuova di nove secoli di cultura italiana.
«Prima ancora che di scrittori e di libri, una civiltà letteraria è fatta di persone e d'occasioni. Dunque, è fatta anzitutto di storie umane: incontri o scontri, fughe o raduni, appuntamenti o sorprese, databili spesso con cronometrica precisione. Racconta il grande fotografo di origini ungheresi Brassaï di avere domandato a Picasso per quale motivo annotasse scrupolosamente il giorno in cui aveva realizzato ciascuna delle sue opere, compreso il piú piccolo disegno. A quanto pare, Picasso rispose a Brassaï che con questa precisione maniacale intendeva dare un contributo a "una scienza - la si chiamerà forse scienza dell'uomo - che cercherà di sapere di piú sull'uomo in generale studiando l'individuo che crea". È un invito a valorizzare i dettagli carichi di senso che anche noi abbiamo cercato di non dimenticare mai».
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Language
Italian
Pages
946
Format
Hardcover
Release
January 01, 2011
ISBN 13
9788806189006
Atlante della letteratura italiana. Vol. II: Dalla Controriforma alla Restaurazione
Per capire una letteratura non basta saper leggere, bisogna pure saper contare. La storia e la geografia di una civiltà letteraria vanno studiate, oltreché con criteri qualitativi, con criteri quantitativi: restituendo testi e contesti all'eloquenza delle cifre oltreché delle parole.
Non si sorprenda dunque il lettore se l'opera che ha in mano contiene - com'è naturale in un atlante - una successione di proiezioni cartografiche, ma anche una varietà di rappresentazioni infografiche , quale ci si attenderebbe da un trattato di economia o di sociologia piú prevedibilmente che da una storia della letteratura. È per questa strada che, percorrendo con metodo l'investigazione dei grandi numeri del fatto letterario, l'Atlante intende offrire una rappresentazione nuova di nove secoli di cultura italiana.
«Prima ancora che di scrittori e di libri, una civiltà letteraria è fatta di persone e d'occasioni. Dunque, è fatta anzitutto di storie umane: incontri o scontri, fughe o raduni, appuntamenti o sorprese, databili spesso con cronometrica precisione. Racconta il grande fotografo di origini ungheresi Brassaï di avere domandato a Picasso per quale motivo annotasse scrupolosamente il giorno in cui aveva realizzato ciascuna delle sue opere, compreso il piú piccolo disegno. A quanto pare, Picasso rispose a Brassaï che con questa precisione maniacale intendeva dare un contributo a "una scienza - la si chiamerà forse scienza dell'uomo - che cercherà di sapere di piú sull'uomo in generale studiando l'individuo che crea". È un invito a valorizzare i dettagli carichi di senso che anche noi abbiamo cercato di non dimenticare mai».
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