Il saggio che qui pubblichiamo per la prima volta in volume, occupa sicuramente un posto privilegiato nell’opera di Furio Jesi. Vera e propria cellula originaria, e, insieme, sorta di talismano cui Jesi affida i propri “pensieri segreti”, esso stringe attorno al testo poetico rimbaudiano quelli che saranno i concetti fondamentali dell’officina del grande mitologo: il nesso tra opera letteraria e prassi politica svolto nell’opposizione di rivolta e di rivoluzione ; l’identificazione di una formula mitica della modernità nella nozione complessa di luogo comune, e la riflessione sullo statuto di merce della creazione; poi, soprattutto, il contributo decisivo di Jesi alla scienza del mito, la definizione della macchina mitologica come ordigno innescato da una non-esistenza , che, proprio per questo, irretisce gli uomini in false alternative dalle quali non c’è via d’uscita. Ma, in queste pagine densissime, in cui il pensiero di Jesi sembra urtarsi al proprio limite estremo, sembra anche aprirsi per un istante un varco al di là della macchina e delle sue aporie.
Il saggio che qui pubblichiamo per la prima volta in volume, occupa sicuramente un posto privilegiato nell’opera di Furio Jesi. Vera e propria cellula originaria, e, insieme, sorta di talismano cui Jesi affida i propri “pensieri segreti”, esso stringe attorno al testo poetico rimbaudiano quelli che saranno i concetti fondamentali dell’officina del grande mitologo: il nesso tra opera letteraria e prassi politica svolto nell’opposizione di rivolta e di rivoluzione ; l’identificazione di una formula mitica della modernità nella nozione complessa di luogo comune, e la riflessione sullo statuto di merce della creazione; poi, soprattutto, il contributo decisivo di Jesi alla scienza del mito, la definizione della macchina mitologica come ordigno innescato da una non-esistenza , che, proprio per questo, irretisce gli uomini in false alternative dalle quali non c’è via d’uscita. Ma, in queste pagine densissime, in cui il pensiero di Jesi sembra urtarsi al proprio limite estremo, sembra anche aprirsi per un istante un varco al di là della macchina e delle sue aporie.